Strange Spring

Strana, questa primavera 2024. Strana. Non perchè la pioggia si alterni al sole e sia già grandinato. Strana perchè sembra che tutto vada bene, sembra che non stia cambiando nulla. Sembra che tutto sonnecchi un po’… sotto l’ala. In punta di piedi. Io continuo ad avere in bocca il sapore della plastica. Sì. I colori non si esprimono, il grigio è lussureggiante, non fa freddo ma nemmeno quel caldo sufficiente da togliersi il giaccone invernale che si incolla ormai come una seconda pelle innamorata di te, che non vuole togliersi da lì. Putin, stranamente (nessuno l’avrebbe detto) ha stravinto le elezioni. Forse è solo il primo passo. Vedete… in realtà… le cose stanno cambiando eccome. Giorno dopo giorno sono sempre più irriconoscibili. Quella rabbia… avete presente? Quella rabbia sottopelle, che si vede ma non si vede… quella che si sente… ecco, quella lì. C’è. Ce n’è tanta. I centri commerciali ci stanno soffocando di uova pasquali e colombe (come se la Pace esistesse da qualche parte), si fanno programmi per le prossime ferie, si arriva a venerdì. Ah… ma oggi è lunedì! Veramente? Beh… mancano solo 4 giorni. Scorre tutto. Solo che non ci riguarda. Riguarda sempre quello in fianco, quello in fondo, quello là.

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La fragilità del rimpianto