Belle, belle, belle… le persone. Non è stato amore a prima vista, piuttosto qualcosa di maturato nel tempo. All’inizio della carriera gli esseri umani mi infastidivano, nelle immagini. Qualcosa di avulso e di non pertinente. Era un percorso. Lo viviamo tutti, prima o poi. Meglio prima. Il mio è stato in parte obbligato, lavorando per dodici anni a Ca’ Foscari, fra le altre cose, come fotografa di laurea. Avevo cinque, sette minuti di tempo (erano anche troppi) per scrivere una storia, per raccontare quei momenti così densi e intensi di una discussione di laurea. Impegnativo. Avvincente. Una sfida ogni volta che entravo in commissione. Non mi piace ritrarre le persone in posa per cui quelli erano momenti magici, dal punto di vista professionale. Il soggetto non doveva vedermi, io dovevo cogliere. Una splendida scuola, che ringrazio. Quante volte mi sento dire “ah… lascia stare… non sono fotogenico…”. Sorrido. Non esiste l’essere umano non fotogenico, così come non esiste la persona stonata. Esiste la persona che non ascolta o che ascolta male, per cui stona. Ed esiste l’essere umano che ha un’immagine di se stesso stereotipata, che lo porta a perdere la propria essenza, a perdere la propria fotogenicità.
Quando siete con me… rilassatevi, ascoltate la mia voce… racconto belle storie. Ritraggo voi.